…come se fosse entrato un colonnello o un ospite d’onore???
“A Evaristo Carriego”: un classico del tango che mette tutti quanti d’accordo, persino i portabagagli dell’apilado con gli smanaccioni del nuevo.
Perché questo tango risuona nei loro cuori come un must che non bisogna perdersi?
Perché in “A Evaristo Carriego” riverberano la tensione e il crudo disincanto della realtà, la tensione è trattenuta a stento fino al dirupo finale, un ultimo spasimo e poi la liberazione.
Oscure ricchezze giacciono latenti in questo tango; così come il prisma rende visibile l’arcobaleno di colori, allo stesso modo “A Evaristo Carriego” rivela le piaghe e gli struggimenti del barrio indomabile .
Il brano fu composto da Eduardo Oscar Rovira (1925 - 1980) ed eseguito la prima volta da Osvaldo Pugliese (1905 - 1995).
Ma chi è questo Carriego? "Poeta emaciato dai piccoli occhi penetranti, sempre vestito di nero, che viveva in periferia"
Evaristo Carriego è un poeta argentino nato a Paranà. Morì nel 1912 all'età di 29 anni.
Poeta bohemien, nelle sue liriche cantò le passioni e le tragedie degli umili del barrio di Palermo a Buenos Aires.
Borges conobbe personalmente Carriego perchè amico di suo padre.
Borges stesso, in seguito pubblicherà un libro sul poeta porteno.
Borges, entrando nella vita di Carriego e di Palermo, entra nella "materia" stessa di cui è fatta Buenos Aires, la percorre, la descrive, guarda da dietro le spalle i giocatori di truco, spia dalle finestre dei bordelli la "vita quotidiana" dell'umanità che li frequenta, assiste negli spiazzi polverosi alle sfide a coltello, annusa l'aria che sa di primavera e il fumo dell'asado che cuoce all'aperto, commenta e, forse, canta i tanghi e le milonghe.
Borges nel descrivere Carriego, nel fare questo, ci da un quadro preciso della sua Buenos Aires, vista attraverso gli occhi dell’amico. Ad esempio e bellissimo il capitolo dedicato come appendice alla descrizione del gioco del Truco. Da solo vale quasi tutto il libro! Sembra di essere nella periferia, per strada dove giocavano: senti gli odori, vedi i colori, odi le grida dei giocatori "quasi vogliano spaventare la vita con le loro urla"; ti pare di toccare con mani il mazzo scricchiolante delle 40 carte, puoi contare i ceci sul piano di gioco, puoi percepire la calma e l’astuzia finalizzata al raggiro. Pare il mondo di una realtà parallela, fatta diabitudini e ripetizioni, come se ad ogni partita rivivessero le storie di tutti i giocatori passati a quel tavolo o a uno simile.
Eccoti intanto alcune note sulla sua fortuna. Se proprio vogliamo, anche a Carlos Gavito, con il suo aspetto e i suoi modi da croupier…ha strappato il cuore questo Tango ribelle.